Emozioni in Azione

Come i sentimenti influenzano le nostre capacità lavorative ?

 

“Sono poche le persone che sfruttano bene la mente, rare quelle che ci mettono il cuore e davvero uniche quelle che usano al meglio la mente e il cuore”, osservava Rita Levi-Montalcini., neurologa insignita del premio Nobel. 

 

Secondo l’indagine internazionale condotta ogni anno dalla World Happiness Foundation sulla felicità nell’ambiente di lavoro, l’Italia si colloca al di sotto della media europea.  

I fattori che incidono sul giudizio comprendono apprezzamento e riconoscimenti al lavoro, la squadra di cui si fa parte e l’impresa nel suo complesso. 

 

Per molti, purtroppo, il contesto di lavoro è spesso una giungla, in cui prevalgono istinti primordiali.

 

Al tema dei sentimenti al lavoro è dedicato l’evento natalizio online “Emozioni sotto l’albero”, che si svolgerà il 19 dicembre dalle 17:00 alle 18.30. 

In fondo a questo articolo trovate il link con tutte le informazioni per registrarvi.

 

Per comprendere al meglio come le emozioni e i sentimenti influenzano le nostre capacità lavorative, ecco una piccola rassegna di sentimenti, positivi e negativi, che vi sarà capitato di incrociare.

 

Sentimenti distruttivi:

 

Accidia.  

È l’avversione ad agire, mista a noia, indifferenza e pigrizia, sinonimo di indolenza. L’accidia è il sentimento che ci blocca, uno stato di indolenza che produce inerzia e assenza di interesse per ciò che ci circonda. 

Nel lavoro l’accidioso manda in tilt l’operatività, rallentando ogni iniziativa.

 

Avidità.  

È una fame insaziabile di potere, denaro e possesso. È un sentimento che privilegia l’accumulo personale rispetto al benessere collettivo, violando spesso qualsiasi regola etica. L’avidità porta a desiderare sempre di più e a non essere mai soddisfatti di quello che si ha. 

In ambito lavorativo l’avido crea ansia da prestazioni e avanza spesso richieste esagerate.

Diffidenza.  

È lo stato emotivo che ci porta ad avere paura e a non fidarci degli altri. 

Se una dose adeguata di cautela può aiutare, il diffidente sistematico si isola dagli altri e ostacola il lavoro di squadra. Finisce così con il generare sfiducia da parte degli altri. 

 

Indifferenza.  

È l’assenza di emozioni, che si traduce nella mancanza di interessi. L’indifferente è annoiato, inerte, inattivo, isolato. 

Questo atteggiamento può essere il frutto della ripetitività e della carenza di stimoli o di energia. 

 

Invidia.  

È uno dei sentimenti più diffusi, ma anche uno dei più negati.  Spesso siamo inclini a vederla negli altri, ma siamo incapaci di percepire la nostra, quando la proviamo. 

L’invidioso sprigiona una potente carica distruttiva in ambito aziendale. Invece di concentrarsi sugli obiettivi comuni, dirotta le proprie energie dirotta verso dannose battaglie personali.

Un effetto collaterale è poi lo sforzo che spesso viene profuso per impedire agli altri (gli invidiati) di raggiungere i propri obiettivi. 

 

Paura. 

È sicuramente un’emozione primordiale che ha contribuito all’evoluzione degli esseri umani dalla preistoria in poi, cercando di evitare o prevenire i pericoli. 

In ambito aziendale, tuttavia, può trasformarsi in una forza paralizzante. 

Spesso il pauroso reagisce con rabbia e aggressività, oppure con passività e rassegnazione. 

Prima di raggiungere lo stadio della paura vera e propria, di solito ci sono alcuni livelli intermedi come timore, apprensione, preoccupazione e inquietudine. Nei casi acuti la paura può diventare terrore o panico. 

La paura non si può eliminare, ma va sicuramente gestita, per non generare effetti devastanti sul tessuto aziendale. 

 

Pessimismo.  

È l’atteggiamento costante e sistematico di sfiducia nei confronti delle persone, dei progetti, delle iniziative e spesso della stessa azienda in cui si lavora. 

Il pessimista è il campione della negatività. Predice sciagure e quasi si augura che accadano. 

Vede problemi dove gli altri colgono opportunità. Osteggia i cambiamenti. Frena quando gli altri accelerano. Purtroppo è spesso contagioso, nel senso che semina dubbi, incertezze e timori anche nelle persone più determinate. 

 

Rancore.  

È il sentimento di chi ritiene di aver subito un torto e ha giurato vendetta. Il rancoroso non perderà occasione per mettere i bastoni fra le ruote e rivalersi. 

Per chiudere la parte “distruttiva” può essere di aiuto un ammonimento di Oscar Wilde: “Non si è mai troppo prudenti nella scelta dei propri nemici”. 

 
Se siete arrivati a leggere fin qui senza chiudere l’articolo complimenti, per voi temerari adesso cambiamo registro e parliamo di… 
 
Sentimenti produttivi, vediamone alcuni: 

 

Coraggio.  

È il sentimento che ci permette di superare la paura, di affrontare sfide e raggiungere obiettivi importanti. 

È l’attitudine ad affrontare situazioni difficili, o dall’esito incerto: la forza d’animo e la determinazione di superare ostacoli e barriere. 

Conoscenza, consapevolezza e fiducia in sé e negli altri sono il carburante del coraggio. 

Il coraggioso è spesso un sognatore, ma sa trascinare gli altri in territori inesplorati. 

 

Empatia.  

È il fondamento di molte competenze. Al punto che alcuni economisti hanno coniato il termine di homo empathicus, per spiegare la natura umana nell’era della globalizzazione. 

L’empatico comprende gli stati emotivi degli altri e ne esalta le qualità e le energie. Tira fuori il meglio dagli altri. 

 

Entusiasmo.  

È un sentimento potente che genera forza, fiducia, energia.  

L’entusiasta trascina le persone verso obiettivi ambiziosi e risultati ritenuti impossibili, superando ostacoli e difficoltà, previsti e imprevisti. 

L’entusiasmo si basa su diversi pilastri, come la curiosità, la fiducia, l’impegno, la passione, la generosità. 

 

Fiducia.  

In ambito lavorativo, è un sentimento fondamentale, il cemento nella costruzione di relazioni solide e durature fra le persone all’interno delle organizzazioni. 

È la convinzione che colleghi, superiori e collaboratori agiranno con integrità, affidabilità e competenza nelle loro mansioni. 

La persona che ispira fiducia si comporta in modo leale, prevedibile, corretto, rispettoso. Comunica in modo trasparente ed efficace. 

 

Ottimismo.  

“È meglio essere ottimisti e avere torto che essere pessimisti e avere ragione”, esortava Albert Einstein. 

Le persone dotate di ottimismo realistico sono una risorsa straordinaria per le imprese, soprattutto per affrontare ostacoli e imprevisti. 

Un sentimento con una forte spinta emotiva, tipico di chi non sottovaluta le difficoltà, ma si pone con un atteggiamento propositivo e possibilista sulla riuscita. 

L’ottimismo, nel contesto lavorativo, è associato alla tendenza a vedere il lato positivo delle situazioni, a mantenere un atteggiamento costruttivo di fronte alle sfide e a credere che il futuro porterà risultati favorevoli. 

Gli ottimisti guardano agli insuccessi come eventi temporanei e superabili, dai quali sorgono nuove opportunità di apprendimento e crescita. 

I manager ottimisti offrono ai propri collaboratori speranze e fiducia.

 

Pazienza. 

 

Ecco un altro sentimento prezioso in ambito aziendale. Non va confuso con la rassegnazione o la passività. La pazienza è la capacità di mantenere la calma e il controllo, di saper aspettare, di capire e tollerare le reazioni emotive degli altri. 

È un sentimento associato a costanza, assiduità, determinazione nel perseguire un obiettivo. È anche l’attitudine a sopportare ritardi, contrattempi e disagi senza arrabbiarsi. 

I capi pazienti contribuiscono a mantenere un clima positivo anche in situazioni critiche. 

 

 

Conclusioni. 

Un buon capo dovrebbe, ovviamente, cercare di sviluppare i propri sentimenti positivi e contenere quelli negativi. 

Innanzi tutto riflettendo e ascoltando superiori, colleghi e collaboratori, accettando di prendere coscienza dei propri limiti e difetti.  

 
Verso il proprio team, andrebbe poi fatto un lavoro a tappeto, per cercare di cogliere i sentimenti prevalenti di ciascuna persona e operare di riflesso. 

 
Un manager un po’ psicologo e un po’ coach quindi?  

 
Certo, visto che la guida delle persone è di gran lunga il compito chiave per svolgere qualsiasi attività. 

 
E per finire una esortazione da Steve Jobs, visionario creatore della Apple:  

“Se non hai passione ti arrenderai sempre”. 

Buon lavoro con sentimento e passione! 

 
Ecco il link per saperne di più sull’evento “Emozioni sotto l’albero” di IdeaManagement  

https://www.ideamanagement.it/emozioni-sotto-albero 

  

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